La Salute dei Cittadin* non ammette contropartite

Posted: Agosto 19th, 2012 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su La Salute dei Cittadin* non ammette contropartite

Da qualche tempo nel nostro territorio sta nascendo un percorso di opposizione al progetto di costruzione di una centrale a Biomasse a Fara in Sabina. Come era auspicabile buona parte della società civile si è mobilitata, tra questi anche le istituzioni del territorio e alcune associazioni di categoria. Sappiamo bene che questi soggetti, essendo
parte di un sistema-stato sempre più asservito agli interessi economici di chi detiene una fetta sempre maggiore della ricchezza, sottratta a tutte e tutti noi, hanno grandi poteri nel concedere agli imprenditori, mentre sono praticamente inermi quando cercano di difendere i cittadini. Ci sembra opportuno sottolineare che, come detto in più occasioni da loro stessi, questi soggetti per quanto zelanti non possono fare altro che esprimere pareri non vincolanti o emanare regolamenti assolutamente trascurabili, qualora si trovassero in contrasto con i ben più liberali regolamenti nazionali.
Ma dell’assoluta mancanza di certezze di ottenere all’interno dei percorsi istituzionali un risultato vitale, perchè delle nostre vite stiamo parlando, abbiamo già scritto e parlato ed evidentemente qualcosa è stato recepito anche da chi oggi dice che, se e quando questi pareri venissero ignorati, sarà necessario “fare le barricate”. Abbiamo sentito assessori locali e provinciali, sindaci, presidenti e consiglieri di disparate estrazioni ripetere che quando avranno dimostrato per l’ennesima volta la loro impotenza nel difendere i cittadini, nel fare il loro dovere, insieme a noi comuni mortali “faremo la barricate”.
Noi che di barricate simboliche e meno simboliche abbiamo una discreta e documentata conoscenza, ci teniamo a dire fin d’ora che le barricate si costruiscono giorno dopo giorno, assemblea dopo assemblea, mettendo una ciminiera sopra l’altra, una poltrona sopra l’altra, un confessionale sopra l’altro, un pennone sopra l’altro, un’urna sopra l’altra. Ci vuole pazienza, impegno, metodo, per fare in modo che tutti i pezzi di questa vecchia e asservita società si tengano l’uno sull’altro, che siano tante e dal basso le mani che li tengono insieme. I movimenti sociali veri, che non sono in vendita, si costruiscono con lungo e paziente lavoro, sensibilizzando, consapevolizzando facendo capire che l’unico potere buono è il non potere, è il potere della gente che acquista coscienza di sé e rifiutando deleghe di sorta, si riappropria di spazi collettivi di scambio e condivisione. Quindi in questi continui richiami a lasciar lavorare a sostenere il lavoro di pochi, ravvisiamo da un lato forse ingenuità, dall’altro timore; perché chi ha una discreta e documentata conoscenza di come si sta nel lato delle barricate opposto al nostro, sa anche che quando le persone comuni imparano a fare le barricate ci prendono gusto, e la barricata che oggi può e deve sorgere contro la Convert, domani se la ritroveranno davanti alla porta dei loro palazzi, ogni volta che torneranno a fare gli interessi di pochi contro l’interesse generale.
Un’altra cosa che ha destato la nostra preoccupazione è sentire porre l’accento sul fatto che quest’opera è inaccettabile perché non porta “vantaggi”, per lo più economici, perché non manda acqua calda nelle case e quindi non riduce le emissioni delle caldaie del nostro territorio, non riduce le bollette, non smaltisce gli scarti dell’agricoltura locale, non crea posti di lavoro.
Un forno di queste dimensioni, lavorando ad altissime temperature produce polveri e sostanze che con i sistemi domestici non vengono prodotte, quindi l’acqua calda prodotta come facciamo oggi costa di più ma ha un impatto sulla nostra salute molto più basso. Le bollette ridotte in questo modo costano meno ma hanno un effetto dirompente sulle spese sanitarie della nostra famiglia. Smaltire gli scarti dell’agricoltura con piccoli Composter, che in altri luoghi vengono forniti dalle amministrazioni stesse forse costa di più, ma ha un impatto sulla nostra salute molto più basso.
Per quanto riguarda i tanto sbandierati posti di lavoro, proprio in questi giorni a Taranto si possono vedere gli effetti di anni di politica in cui imprenditori, politici e sindacati hanno usato il ricatto del posto di lavoro per costringere a svendere diritti e salute. «Vogliamo far sentire la nostra voce: perché in quella fabbrica ci hanno tolto l’intelligenza, la libertà di pensiero e di azione – afferma un portavoce degli operai dell’Ilva – Ma ora basta. Non possiamo più restare inermi: in ballo c’è la salute dei nostri figli. Che non siamo disposti a barattare per nulla al mondo». Siamo convinti che a queste parole non ci sia niente da aggiungere.

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Via del Popolo 33


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