Biomasse, a Fara in 500 in corteo per dire no alla centrale

Posted: Agosto 19th, 2012 | Author: | Filed under: General | Commenti disabilitati su Biomasse, a Fara in 500 in corteo per dire no alla centrale

di Raffaella Di Claudio
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RIETI – Venerdì sera la protesta contro la centrale a biomasse si è materializzata. «Da oggi è chiaro che non ci sono solo le lettere e le contestazioni virtuali, ma esistono anche i corpi», per dirla con Paolo Campanelli, presidente di una delle associazioni che ha aderito alla fiaccolata organizzata da Centrale a biomasse: no grazie, Popolo 33, Montopoli Rinnovabile e Aria Dop Biomasse stop. Corpi e tanti. Oltre cinquecento persone, tra giovani, adulti e bambini (moltissimi che imbracciavano cartelloni disegnati di loro pugno) che, scortati dalle forze dell’ordine, pacificamente, hanno manifestato tutto il proprio dissenso.

Lo hanno fatto, sfilando con torce, led colorati e striscioni da Passo Corese a Pontesfondato, in un corteo composto, ma allegro. Poco ha importato se si era nel bel mezzo delle festività agostane, se il termometro alle 21 segnava ancora 33 gradi, se il percorso era lungo più di otto chilometri e se, alla fine, piedi e gambe erano dolenti. La popolazione di Fara Sabina e Montopoli voleva rendere tangibile la protesta, inviando un messaggio chiaro alla Convert Italia, che vorrebbe realizzare un impianto a biomasse in località Valle della Madonna.

«Era importante dare un segnale prima della conferenza dei servizi – ha dichiarato uno degli organizzatori, Marco Tranquilli di Popolo 33. – Non siamo disposti a fermarci ai passaggi istituzionali, ma faremo di tutto per difendere le nostre vite, la nostra salute e il nostro territorio da un impianto che, vista l’emergenza rifiuti attuale, potrebbe persino trasformarsi in un inceneritore. Questa è la prima tappa di una battaglia che possiamo e dobbiamo vincere». «A settembre – ha annunciato Valerio Giannini, del comitato Montopoli Rinnovabile – nel giorno in cui si terrà la conferenza dei servizi saremo a Rieti per manifestare in massa tutta la nostra contrarietà. Crediamo che l’attenzione debba restare alta e ci impegneremo in questo senso».

Intanto i numeri registrati nella prima uscita pubblica dei comitati dimostrano la volontà popolare di contrastare la realizzazione dell’opera. Accanto alla gente, le istituzioni che, pur avendo le mani legate dalla legge che non fornisce grossi margini d’azione ai Comuni, non hanno voluto far mancare il proprio sostegno. C’era il sindaco di Fara Sabina, Davide Basilicata, e il vicesindaco di Montopoli, Paolo Petroni, che insieme ai loro assessori hanno voluto ribadire la contrarietà all’opera e la vicinanza alla lotta intrapresa dai cittadini.

«Non potevamo che essere qui – ha esordito il primo cittadino farense – a dare il nostro contributo. Gli Enti sovracomunali e la società che intende realizzare l’impianto devono tener conto della mobilitazione popolare in atto che dà supporto all’attività del Comune nella battaglia che si combatte sui tavoli istituzionali. Abbiamo già inviato le nostre osservazioni al progetto, redatte dall’ufficio legale incaricato di seguire la vicenda, abbiamo stilato le linee guida in materia di biomasse e modificato il regolamento d’igiene, oltre ad aver approvato all’unanimità un documento che certifica il no del Comune all’impianto».

Un impianto che, ha ribadito l’assessore farense, Marco Marinangeli, «non piace perché non porta alcun vantaggio al territorio, anzi pregiudica la salute e il». E se gli Enti possono poco, «molto – ha detto il vicesindaco di Montopoli, Paolo Petroni – possono i cittadini, ecco perché siamo qui al loro fianco. Siamo contro questo progetto scellerato, perché è calato dall’alto e va a danneggiare pesantemente la nostra agricoltura. La Convert Italia, infatti, non ha avuto alcun colloquio con gli agricoltori, segno evidente che il legname che verrà bruciato nella centrale non proviene dalle nostre zone. E l’unico guadagno che avremmo sono le emissioni di Co2». Ma se, come si legge in uno degli striscioni più pittoreschi della fiaccolata, «Cattivu fume fa la pipa», la popolazione della Bassa Sabina ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di respirarlo. Vedendo i tanti piccoli che hanno animato la fiaccolata in difesa del futuro, difficile dar loro torto.
Dal messaggero


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